Archivio per luglio 2011

Papa ma non Tedesco ..

Bossi rompe un tabù: l’Italia è in guerra con la Libia [qualcuno se ne era accorto?]

E’ proprio vero che se non succede i tv -> allora non è successo?

vedremo ..

lo constateremo perché Bossi ha detto quello che sappiamo tutti:

cit:
“Le missioni sono in realtà militari – ha attaccato Bossi – solo che in Italia non si può fare la guerra e quindi le si chiama missioni di pace, questo è il trucco”.

fonte:
http://www.repubblica.it/politica/2011/07/09/news/libia_bossi-18917769/

Insomma siamo in guerra oppure no?

Ed il fatto di quanto ci costa la guerra interessa ai conti dello stato italiano e alla politica dei tagli?

Che succede se rispettiamo la Costituzione Italiana e “l’Italia ripudia la guerra quale metodo di soluzione delle controversie internazionali?”

Oppure siamo obbligati a prestare le nostre basi militari e la nostra sovranità nazionale è una bugia?

A che ci serve un governo che non garantisce la sanità, la scuola, la ricerca scientifica, la sovranità monetaria?

Chi prende la responsabilità di pagare non solo i 47 miliardi, ma gli interessi sul debito pubblico che va verso i 2000 miliardi di euro?

Con quali altri tagli si pagherà il nuovo pareggio tra entrate ed uscite mentre il debito continuerà a crescere senza capacità neanche di togliere la mondezza dalle strade, con i turisti che non vogliono venire con il rischio di epidemie, senza acquedotti, senza strade che abbiano manutenzione, con uno stato che prende i soldi e progetta “tagli”, e poi altri “tagli” ed infine sarà capace di introitare risorse e non dare nulla di ciò a cui era delegato?

Io penso che non è da criminalizzare un qualunque governo sia esso che sia di destra, di centro o di sinistra.

Nessuno è in grado di non portare il sistema attuale di libero mercato se non al collasso per impossibilità di controllare il debito pubblico di un qualunque paese basato sul chiedere moneta a debito secondo la tecnica delle banche private e fuori controllo dalla pubblica sovranità degli stati nazione.

Anch’io avevo creduto (nell’anno 2000) a una moneta unica -l’euro- prima su base europea e poi su base mondale: stabile, controllata, che agevolasse la facilità degli scambi commerciali e consentisse di produrre benessere e ricchezza.

Avevo creduto che le privatizzazioni sarebbero state usate per azzerare il debito pubblico (all’epoca era di 1000 miliardi di euro).

Purtroppo ci hanno mentito.

Le privatizzazioni non sono state utilizzate per ripianare il debito pubblico.

Anzi il debito pubblico è raddoppiato dal 2000 al 2011!

Ecco l’esame della corte dei conti italiana sulla privatizzazione delle ferrovie dello stato:

http://bit.ly/lEkMx7

cit (pag.16/52):

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cit on
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La documentazione afferente alla procedura di liquidazione e la pertinente nota
istruttoria hanno evidenziato che l’intero peso economico della operazione è stato accollato allo
Stato, il quale si è assunto l’onere del rimborso dei titoli emessi, liberando la subentrata Cassa
Deposti e Prestiti dai rapporti contrattuali che avrebbe ereditato senza l’intervento “a piè di lista”
dell’Erario.

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cit off
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cit (pag. 17/52)
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cit on
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Dalla documentazione acquisita in istruttoria è emerso che la Società non si era limitata
ad emettere prestiti obbligazionari, ma aveva anche adottato operazioni di copertura attraverso
la sottoscrizione di swap25. Questi derivati – come è noto – presuppongono una gestione
continua, al fine di adottare le opzioni più favorevoli consentite durante il lungo arco della loro
durata.
Gli istituti coinvolti nelle operazioni finanziarie in questione sono BEI, JP Morgan Chase,
Banca Opi S.p.A, diverse banche tramite Agenzia di Societè Generale, Morgan Stanley, Lehman
Brothers, UBS limited e Depfa Bank. L’entità delle singole operazioni è illustrata nell’allegato A.1
alla presente relazione.
Alle operazioni compiute in sede societaria non ha fatto riscontro alcuna correlata
informativa circa l’impatto sul bilancio dello Stato di tale estrapolazione della gestione del
patrimonio separato. Di qui la necessità e complessità della presente istruttoria circa il numero,
la dimensione, la natura giuridica e le tendenze evolutive delle operazioni richiamate nei
successivi paragrafi e nei pertinenti allegati. Quel che appare difficilmente controvertibile, nel
caso di specie, è che ai rilevanti oneri caricati sul bilancio dello Stato non fa riscontro alcun
provento derivante dalle evocate operazioni.
Nessun commento è riservato al confronto tra gli effetti favorevoli, in termini di vincoli di
finanza pubblica e di indebitamento, e risultati conseguiti; confronto che non sarebbe quasi
certamente positivo, e forse nemmeno possibile, in considerazione del fatto che la Società
Infrastrutture si è dedicata soprattutto ad operazioni di approvvigionamento finanziario, non
correlate da riscontri circa la convenienza delle stesse e l’effettivo espletamento di un confronto
concorrenziale tra i potenziali partner. Di queste apodittiche operazioni lo Stato sembra essersi
limitato a recepire acriticamente gli effetti economico giuridici.
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cit off
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cit (pag. 18/52)
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cit on
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In realtà – al di là delle rassicurazioni fornite
nella richiamata seduta parlamentare – fin dall’inizio appariva aleatorio un recupero in termini di
autofinanziamento del capitale investito. Nessun riscontro concreto è stato dato in ordine alla
dichiarazione del Presidente di ISPA, avvenuta nel corso della citata audizione, secondo cui “sulla
base di modelli matematici più che affidabili, si è appurato che un allungamento della durata
massima della concessione TAV dal 2041 al 2061 permetterebbe di ripagare totalmente il
debito”.
L’equilibrio finanziario non è stato al centro delle decisioni assunte da ISPA e neppure
delle direttive linee guida in proposito emanate dal Ministero dell’economia e delle finanze, dal
momento che in alcun documento acquisito nel corso della presente istruttoria emerge un
attendibile riparto tra le quote assunte a carico dello Stato e quelle a carico del settore privato. A
quest’ultimo è stato riservato un mero ruolo di approvvigionamento finanziario, attraverso
sistemi tradizionali e innovativi, senza che allo stesso sia stato caricato alcun rischio
imprenditoriale, presupposto inscindibile di qualsiasi vera tecnica di project finance.
In termini di raffronto tra obiettivi normativi e risultati raggiunti, non può non rilevarsi il
mancato raggiungimento dello scopo enunciato all’articolo 75, comma 1, della legge 289/2002 di
realizzare, attraverso la complessa operazione, la riduzione dei conseguenti oneri a carico dello
Stato, che al contrario, ha dovuto affrontare al termine dell’esercizio 2006 la sopravvenienza
passiva di 12.950.000.000 euro, confermandosi, in tal modo, le preoccupazioni esposte dal
Presidente della Corte nella citata audizione del 2002.
La norma prevedeva anche l’adozione di criteri di trasparenza e di economicità, il cui
rispetto non sembra essere avvenuto, dal momento che i fatti oggetto della presente istruttoria
sono stati ricostruiti per la maggior parte attraverso la lettura di documenti non pubblicati e
comunque non leggibili da un operatore di media diligenza senza una adeguata guida cronologica
e teleologica degli eventi. Analoghe considerazioni riguardano il rispetto del preteso criterio di
economicità, dal momento che fin dagli atti preparatori, ed anche successivamente, non è stata
data prova di studi economici di fattibilità, ricognitivi delle alternative gestionali possibili e
dimostrative della vantaggiosità della soluzione prescelta, rispetto a quelle tradizionali o ad altre
pratiche di project finance meno anomale di quella adottata.
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cit off
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ripeto il link del documento completo della corte dei conti sulla privatizzazione delle ferrovie:

http://bit.ly/lEkMx7

I fatti ci stanno dicendo che quel progetto di privatizzazione e ttui i progetti di privatizzazione sono falliti. Con le privatizzazioni non abbiamo coperto i debiti dello stato italiano ma anzi li abbiamo raddoppiati: tutti i paesi europei hanno peggiorati i loro conti e nessuno è riuscito a migliorarli!

Li ha peggiorati anche la zona USA e sud america.

L’unica area del mondo che li ha migliorati è il blocco Cina/India perché vengono da un livello che più basso di così non si può scendere e hanno sfruttato l’imporre prezzi della manodopera da schiavi per potere prendere l’egemonia degli scambi commerciali.

Inoltre la stupidità degli USA e ora dell’Europa di consentire ai Cinesi di comprare il debito degli stati finirà per porre le finanze mondiali fuori controllo.

Basterà la minaccia Cinese di passare alla cassa perché la politica nell’occidente la facciano i Cinesi dicendoci cosa fare e quali “tagli” applicare.

L’ultima mossa cinese ci ha già spezzato le gambe: hanno un sistema scolastico migliore del nostro e stanno investendo nella ricerca scientifica.

Infine hanno lasciato un sistema imperiale in cui un partito unico gestisce ogni attività di leadership, quindi si sono strutturati con una struttura piramidale capace di non creare incidenti sociali per altri mille anni.

Gli basterà stare alla finestra e vederci affondare.

A meno che qualcuno non riesca a vedere le linee di tendenza della dinamica attuale.

A me sembra che l’occidente si sta suicidando se non introduce modifiche nella attuale dinamica.

Voi come la vedete?

Non sarebbe da cambiare qualcosa?

Grazie dei suggerimenti ..

Assemblea Nazionale. Acqua Bene Comune. Intervento di Padre Alex Zanotelli [video]

Il nemico è internet? [articolo su il corriere.it: Anonymous, svelata la rete in Italia]

Ben prima che gli ultimi referendum mostrassero che eravamo ad un giro di boa (il consiglio dei media e della politica di andare al mare) “internet era ed è il nemico”.

Non a caso le infrastrutture sono in una situazione penosa e la gestione della Telecom è sotto schiaffo con la minaccia che se La7 assume Santoro potrebbe avere dei problemi:
http://www.blitzquotidiano.it/facebook/santoro-annozero-la7-berlusconi-ricatto-905938/

Aggiungiamoci la notizia di oggi:
http://www.corriere.it/cronache/11_luglio_05/anonymous-rete-svelata_7e9dffee-a6c6-11e0-bbaa-d83a3b6f7958.shtml

Infine l’azione di AGCOM:
http://www.nuovasocieta.it/attualita/27798-agcom-la-censura-corre-sul-web.html

Commento:

Io sarei però meno ottimista che internet sia il nemico in senso fattivo.

E’ il nemico nella idea di un immaginario di chi non conosce internet.

Se internet fosse un reale contropotere ci sarebbe stato e ci sarebbe un reale livello di dibattito di alto e diffuso livello.

Internet NON è contro il potere.

Internet è un mezzo di discussione, di democrazia.

E’ la democrazia che invece oggi è in difficoltà.

Provate a chiedere anche nella vita reale se le persone non ambiscano ad avere chi gli compra la casa gratis perché gode di amicizie inconfessabili oppure auspica un dibattito che aiuti la conoscenza e il progresso verso un potere diffuso e onesto.

Le persone oggi sperano nella illegalità nella loro maggior parte.

E pensano che chi ambisce alla onestà siano dei poveri fessi facili da fregare.

Ieri sera Ascanio Celestini era su La7 e ha disegnato un altro affresco pieno di poesia ..

Ecco il video:

Fate un piacere a voi stessi!

Guardate quel video ..

Ora ditemi se abbiamo una speranza senza o con internet.

In tal senso io sono all’opposto di quello che pensava Mc Luan.

Il contenuto *non è implicato* dal mezzo:

http://it.wikipedia.org/wiki/Marshall_McLuhan

Ecco perché mi appello a Vs intelligenza.

Serve l’intelligenza di tutti, divenire un mare pensante.

Un mare non è solo una goccia.

E affogheremo (cit Ascanio Celestini) solo se butteremo via una intelligenza collettiva che avrà taciuto anziché portare la sua goccia al mare.

Ciao!

Maddalena di Chiomonte – messaggio alle forze dell’ordine [NO TAV]

Cetrioli Verdi [tempi di tasse]


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